Piedi piatti: tra mito e realtà, cosa fare e quando preoccuparsi.

NE PARLA SU STARBENE MAURIZIO DE PELLEGRIN– ORTOPEDICO INFANTILE PRESSO PICCOLE FIGLIE HOSPITAL

Piedi piatti: cosa sono e quando sono un problema?

Nella maggior parte dei casi, soprattutto nei bambini, i piedi piatti non sono motivo di preoccupazione. Il dottor Maurizio De Pellegrin, ortopedico pediatrico del Piccole Figlie Hospital di Parma, rassicura: “Nasciamo tutti con i piedi più o meno piatti, perché la natura li vede come un appoggio più stabile per i primi passi. Tra i 5 e i 10 anni circa, però, la volta plantare si sviluppa spontaneamente, formando l’arco che tutti conosciamo”.

Quando preoccuparsi? I segnali da non sottovalutare

Intorno ai 12 anni, il piede dovrebbe aver completato la sua trasformazione. Se rimane piatto, potrebbe essere necessario un intervento mini-invasivo chiamato artrorisi della sottoastragalica. Un piccolo taglio, una vite nel calcagno per tre anni e il piede sarà in asse, libero da movimenti innaturali.

Ma perché alcuni piedi restano piatti? Il dottor De Pellegrin spiega che la causa principale è una lassità legamentosa congenita, ovvero legamenti più elastici del normale. In alcuni casi, il piede piatto può essere associato a una malattia congenita chiamata sinostosi tarsale, che comporta la fusione di due ossa del piede. In questo caso, un intervento chirurgico è necessario per separare le ossa e correggere la deformità.

Un nuovo intervento chirurgico mini-invasivo: la speranza per i piedi piatti

Il dottor De Pellegrin ha messo a punto un nuovo intervento chirurgico mini-invasivo che permette di correggere sia la sinostosi tarsale che il piede piatto in un’unica operazione. Un’ottima notizia per i bambini che soffrono di questa condizione e che, in futuro, potranno evitare interventi più pesanti.

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