Appena atterrati a Austin, prima ancora di lasciarsi il terminal alle spalle, si viene calamitati verso un luogo che ha segnato la storia: l’ex base aerea della Royal Air Force, oggi sede dell’Hotel Hilton dell’aeroporto. Quello che oggi accoglie piloti e team della MotoGP, ieri è stato uno dei cuori pulsanti della Seconda Guerra Mondiale.
Costruita nei primi anni ’40, la RAF Austin nacque per rafforzare la presenza militare alleata sul suolo americano. Il Texas fu scelto per la sua posizione strategica, utile a connettere rapidamente le rotte verso Europa e Pacifico. Ma fu anche un centro nevralgico di addestramento: piloti, tecnici e personale militare venivano qui per prepararsi a missioni cruciali nei cieli del mondo.
La base venne dismessa nel 1946, ma non sparì. Si trasformò. I suoi hangar e dormitori lasciarono spazio a una struttura civile e, infine, all’attuale hotel. Tuttavia, le sue radici militari sono ancora visibili, nelle forme architettoniche circolari, nei dettagli degli interni e nelle fotografie d’epoca con Lyndon Johnson ai tempi del Vietnam.
Entrare nella lobby del Hilton è come attraversare una macchina del tempo. Tra poster e memorabilia, si respira l’eco di un’altra epoca. Di giorno, il silenzio è denso come quello di un hangar prima del decollo; di sera, il cortile centrale — un tempo area scoperta — si anima di conversazioni tra culture diverse, dove il motorsport incontra l’anima texana.
Eppure, il fascino più autentico si coglie al mattino, quando il caffè profuma di solitudine e ricordi. È in quel momento che la struttura — austera, sospesa tra passato e futuro — rivela la sua vera anima: quella di un luogo dove la storia della guerra si fonde con l’epica della scoperta, dai cieli della Seconda Guerra Mondiale alla corsa verso la Luna.
Oggi l’hotel ospita protagonisti di un altro tipo di sfida: quella della velocità su due ruote. I team della MotoGP si muovono in silenzio, si osservano, si evitano. I veterani si scambiano battute tese, consapevoli che il sabato si avvicina. Austin li aspetta. La sprint è dietro l’angolo. Ma prima, c’è una notte da passare nella pancia di una base che ha ancora molto da raccontare.