La tricotillomania è un disturbo psichiatrico che porta a strappare compulsivamente capelli
o altri peli del corpo, causando chiazze glabre e disagio psicologico. Il termine fu coniato
nel 1889 dal dermatologo François Henri Hallopeau e oggi è classificato nel DSM-5 tra i
disturbi ossessivo-compulsivi.
Secondo la dottoressa Irene Monicelli, neuropsicologa e psicoterapeuta presso il Centro
Medico Diagnostico (Ce.Me.Di) di Torino colpisce circa il 3,5-4% delle donne e l’1,5-2%
degli uomini, con insorgenza prevalente nell’adolescenza o giovane età adulta, spesso in
risposta a stress emotivo. Lo “strappo” (pulling) allevia temporaneamente l’angoscia, ma
crea un circolo vizioso che può aggravarsi fino all’alopecia.
Il disturbo può manifestarsi in modo intermittente o costante, con tendenza a peggiorare
nel tempo. Alcuni soggetti sviluppano schemi specifici, ad esempio strappando più capelli
da un lato e poi compensando sull’altro.
Sebbene inizialmente possa sembrare un’abitudine innocua, la tricotillomania può portare
a isolamento sociale, bassa autostima e difficoltà relazionali, rendendo necessario un
intervento terapeutico mirato.